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Sogno o son desto?

Si sa che Google ha (quasi) sempre ragione, e anche questa volta il motore di ricerca più famoso al mondo ci suggerisce un argomento interessante per partire con il piede giusto in questo nuovo anno. L’argomento che vogliamo affrontare con voi e che ha recentemente scalato le classifiche di ricerca Google, ha un che di “futuristico”, tanto che fino a qualche anno fa neanche avremmo potuto immaginare che la comunicazione aziendale si sarebbe spinta così oltre: stiamo parlando della realtà virtuale, un tema che in termini di potenzialità è agli albori, ma che sta prepotentemente conquistando grande attenzione di pubblico.
La realtà virtuale, un tempo limitata ai soli film di fantascienza è infatti oggi una possibilità concreta, grazie alla qualità dei dispositivi mobili a nostra disposizione. E’ così che i brand, alla costante ricerca di modi di esprimersi sempre più realistici, hanno cominciato a coglierne le potenzialità, cercando una possibile applicazione di questa nuova tecnologia ai propri obiettivi di business. Secondo la nuova ricerca Oracle, entro i prossimi 4 anni, circa il 78% delle aziende si aspetta di utilizzare la realtà virtuale per migliorare la customer experience, e circa il 34% ha già implementato (a livelli più o meno “professionali”) questa tecnologia.
In primo luogo, è necessario non confondere il concetto di realtà virtuale con quello di realtà aumentata. La realtà virtuale risponde al tentativo di rendere l’interazione con i nuovi media il più possibile simile a quella che ciascuno di noi ha in un ambiente reale: in questo caso il soggetto viene immerso in un mondo completamente ricostruito al computer. Per contro, nella realtà aumentata, l’utente continua a vivere l’ambiente naturale, ma servendosi di dati aggiuntivi. In questo caso la tecnologia ci consente di sovrapporre immagini reali a quelle generate artificialmente da PC, aumentando il contenuto informativo a disposizione dell’utente.
Dal punto di vista tecnologico, possiamo poi distinguere tra realtà virtuale immersiva, e realtà virtuale non immersiva. La realtà virtuale immersiva consente, come indicato dalla stessa denominazione, la totale immersione del soggetto nella realtà creata, soprattutto da un punto di vista sensoriale. Si tratta di un ambiente tridimensionale creato dal computer e generato da:

  • un dispositivo di visualizzazione (casco, head mounted display) capace di esplodere in 2/3 dimensioni gli ambienti costruiti attraverso l’utilizzo della tecnologia, e contemporaneamente di “isolare” l’utente dall’ambiente esterno;
  • uno o più sensori di posizione (tracker), che rilevano i movimenti dell’utente trasmettendoli al PC: in questo modo l’immagine può venire modificata a seconda del punto di vista dalla quale la guarda l’utente.

La realtà virtuale non immersiva, sostituisce invece il casco con un normale monitor: in questo caso la sensazione dell’utente è quella di “guardare il mondo come da una finestra”. Al soggetto coinvolto è comunque consentita l’interazione con l’ambiente virtuale grazie ad un joystick. In entrambi i casi, la realtà virtuale consente di creare una sorta di mondo parallelo, in cui le variabili del tempo, dello spazio e della profondità possono essere modificate a proprio piacimento.
Le prime applicazioni della realtà virtuale, vengono ancora una volta dal mondo mobile: l’idea di creare un supporto utile a contenere il device, creando delle strutture che consentissero la fruizione delle immagini a pochi centimetri dal viso dell’utente è stata il primo passo verso tecnologie più evolute. La stessa Google ha lanciato sul mercato Cardboard, un visore in cartone in cui inserire il proprio smartphone e che consente agli utenti di vivere esperienze immersive a basso costo.
Successivamente sono state implementati dispositivi più professionali, come l’Oculos Rift o il Playstation Vr, più onerosi e tecnologici, volti a tracciare in tempo reale i movimenti della testa degli utenti, generando una vera esperienza di sogno ad occhi aperti.
Capirete dunque come le potenzialità commerciali e di marketing di uno strumento come questo si prestino perfettamente a divenire mezzo di comunicazione utile alle aziende che vogliono offrire un’esperienza intensa e coinvolgente. Immaginate di poter vendere il biglietto per un concerto mostrando esattamente come vi godreste lo spettacolo dal posto che avete scelto, o di come vendere un’auto possa diventare un gioco attraverso il simulatore di guida, o ancora di come potreste far provare l’ebrezza di un luogo esotico direttamente dalla sala d’attesa di un’agenzia viaggi….
Far vivere l’esperienza legata ad un certo prodotto è sicuramente un’opportunità impareggiabile per i brand che hanno utilizzato fino ad oggi lo storytelling: rendere reale ciò che fino a ieri si poteva solo immaginare è un’occasione unica, che le più grandi aziende del panorama mondiale hanno già iniziato a cavalcare.
La realtà virtuale si appresta dunque a modificare in modo considerevole le capacità e le modalità di interazione azienda-cliente: quella che vediamo ora è solo la piccola parte di un fenomeno destinato a crescere velocemente e rivoluzionare le esperienze d’uso di tutti noi!
Come tutte le nuove tecnologie al debutto avrà bisogno di perfezionamenti e ottimizzazioni, ma restiamo in attesa che la tecnologia faccia il suo corso, e siamo sicuri che tra non molto il sogno ad occhi aperti della realtà virtuale diverrà più concreto che mai!

Be Positive!

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