Il termine “growth hacking” è stato coniato nel 2010 da Sean Ellis, fondatore e CEO di GrowthHackers.
Il growth hacking è un termine generico per le strategie di business incentrate esclusivamente sulla crescita. Solitamente viene utilizzato in relazione a startup in fase iniziale che necessitano una crescita massiccia in breve tempo, con budget limitati a disposizione.
L’obiettivo delle strategie di hacking della crescita è in genere quello di acquisire il maggior numero possibile di utenti o clienti, spendendo il meno possibile.
Puoi potenzialmente fare growth hacking anche offline. Un esempio, è McDonald’s, comparso in tutte le uscite autostradali interstatali degli anni ’50 come growth hacking. Si resero conto che le autostrade interstatali sarebbero state grandi, così si presentarono dove sapevano che i clienti sarebbero stati in grandi quantità.
Eppure, questo concetto abbastanza nuovo si applica principalmente al mondo delle startup che devono trovare modi più economici per commercializzarsi.
Il marketing tradizionale coinvolge annunci stampa, pubblicità televisive, marketing telefonico, direct mail, ecc. Queste tattiche sono utili per le grandi aziende, ma non così utili per le più piccole, basate su Internet. Non solo i metodi di marketing tradizionali sono costosi, non sono esattamente il modo migliore per raggiungere persone in tutto il mondo che potrebbero beneficiare di un prodotto o servizio.
Le startup hanno bisogno in partenza di un prodotto molto scalabile.
Cos’è un growth hacker? È una persona che utilizza strategie creative low cost per aiutare le aziende ad acquisire e fidelizzare i clienti.
Come growth hacker, ogni strategia che esegui, ogni strumento che implementi e ogni tecnica che sviluppi devono essere spinti dal tuo desiderio di crescita.
Essi ipotizzano, stabiliscono priorità e testano strategie innovative di crescita; compiono analisi e test per vedere cosa funziona e cosa no.
Il growth hacker ideale sa come impostare le priorità di crescita, identificare i canali per l’acquisizione dei clienti, misurare il successo e superare la concorrenza.
Quindi, come funziona il growth hacking? Per ogni azienda, si tratta di capire perché si cresce e cercare strategie per farlo accadere nel miglior modo possibile.
Molte startup utilizzano il pirate funnel di Dave McClure come ricetta per la crescita. Queste sono acquisizione (acquisition), attivazione (activation), conservazione (retention), riferimento (referral) e entrate (revenue) (AARRR).
Altri includono la sensibilizzazione come elemento chiave per un growth hacking di successo.
In entrambi i casi, il punto è ottenere traffico e visitatori, trasformare i visitatori in utenti e mantenere tali utenti come clienti soddisfatti.
Dietro ogni attività efficace di growth hacking c’è un processo rigoroso e strutturato che è basato sull’iterazione e sulla scalabilità. Che tu sia una startup o una grande organizzazione, B2B o B2C, questo processo può essere personalizzato e integrato in una strategia di crescita di successo.
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