Partiamo da un dato di fatto. Viviamo di emozioni. Anzi, siamo emozioni. Emozioni che, spesso, sono racchiuse in un’immagine. Da sempre un’istantanea, se scelta con cura, vale più di un testo anche se ben scritto. Con questo non intendiamo sminuire il lavoro di copy e web editor ma vogliamo sottolineare l’importanza dell’azione integrata, e coordinata, con chi è specializzato nella realizzazione di grafiche. Infatti se da un lato figure come Social Media Strategist e Project Manager monitorano lo stato di salute dell’azienda definendone orizzonti e strategie, dall’altro é fondamentale avere profili dalla creatività inesauribile.
Solo in questo modo si possono produrre contenuti di spessore in grado di:
Il sommo Michelangelo sosteneva che il compito dell’artista era quello di togliere il “superfluo, quello di troppo che imprigionava la statua. Anche noi siamo così. Ogni cosa è già qui anche se non si vede. L’opera d’arte è già dentro di noi. C’è già tutta: noi non dobbiamo far altro che procurarci gli strumenti per liberarla.” Allo stesso modo accade anche oggi, specialmente nel mondo del marketing. Certo. Mica facile. Ma con la potenza espressiva di gif e cinemagraph, che uniscono fotografia e animazione, diventa tutto molto più semplice. Vediamo come.
GIF
Chi pensa che siano nate l’altro ieri rimarrà deluso. Eh sì, perché bisogna portare indietro le lancette del tempo e fermarle al 1987, anno di nascita di quelle immagini che vengono ormai utilizzate in ogni contesto. Le gif, acronimo di Graphics Interchange Format (in pratica fotogrammi animati) sono nate ben 30 anni fa.
Solo pochi anni fa però sono tornate di moda come formidabile strumento di marketing. Il motivo? Durano meno di 10 secondi (spesso anche meno), sono divertenti ed efficaci.
Nel 2012 Jace Cook e Alex Chung, studenti americani collezionisti seriali di GIF, riscoprono questo mercato, con potenzialità enormi ma, fino a quel momento, inespresse. Decidono così di fondare GIHPY, il più importante archivio online di gif.
Da quel momento vengono sdoganati termini come “palindromo visivo”, “motion pictures”, “post photography”, “glitch photography” e “cinemagraph”. Ed è proprio su quest’ultimo ultimo trend che vogliamo soffermarci.
CINEMAGRAPH
Il termine è stato coniato nel lontano 2011 dai suoi creatori, i fotografi Jamie Beck e Kevin Burg. Per loro la cinemagraph è “un’immagine che contiene in sè un momento di vita che permette un assaggio di tempo da vivere e conservare all’infinito”. E in effetti è proprio così perchè uno o più elementi “prendono vita” muovendosi in un loop continuo. Si va da immagini dove a muoversi sono i capelli di una ragazza o l’acqua che scorre sotto un ponte.
Di questo nuovo formato di immagini video e immagini/fotografie ne esistono tre tipi:
Sospinte dall’effetto deflagrante di Instagram, e grazie alla loro semplicità ed efficacia, sono diventati efficaci strumenti di marketing.
La conferma è arrivata con il nuovo spot di Kenzo che torna alla ribalta con “Step into the light”, il primo cortometraggio girato interamente in cinemagraph.
In conclusione possiamo considerare la tecnica cinemagraph come un grande strumento di comunicazione online in vari settori come real estate, luxury, food & beverage, moda e hospitality ma è utile considerare anche le sue applicazioni offline.
Pensate ad esempio agli allestimenti durante gli eventi fieristici, alle video proiezioni e agli esperimenti di e-mapping, ai monitor nei punti vendita dislocati in città ma anche ai cartelli pubblicitari alle fermate dei bus, sugli stessi bus, o su enormi pareti. E se invece si portasse tutto nei ristoranti o nei centri commerciali? L’effetto sarebbe, senza ombra di dubbio, di grande impatto!
Non dimenticatevi quindi delle cinemagraph: è un elemento da cui non si può proprio prescindere!
Be Positive!
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